CHE VEDE NEL SEGRETO…

Ritornate a me con tutto il cuore…radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti…(Gl 2,12-18).

Così parla Dio per mezzo del profeta Gioele nella liturgia della Parola prevista per il mercoledì delle ceneri. Ma viviamo nella società del rischio e quando il rischio si fa concreto, diventa emergenza, come è successo in questi ultimi giorni con la Covid-19. Sembrava qualcosa molto lontana è diventata tangibile e vicina da fermare interi paesi e regioni, al punto da non poterci ritrovare insieme, per motivi precauzionali, ad iniziare il cammino verso la Pasqua, con quel rito dell’imposizione delle ceneri, che ci ricorda la nostra vulnerabilità.

I quaranta giorni della Quaresima non vanno però confusi con una quarantena, neppure al tempo del Covid-19. Anche se non possiamo riunirci come comunità, non possiamo non sentire il bisogno di condividere la nostra vulnerabilità. Siamo tutti legati gli uni agli altri. Come abbiamo potuto constatare con drammatica evidenza in questi giorni il contagio si diffonde da persona a persona e se di fronte all’epidemia necessariamente  si devono isolare gl’infetti, non possiamo dimenticare che l’uomo non è fatto per vivere separato, ma per stare in relazione per cui è necessario dare spazio  alla solidarietà, il fondamento della stessa vita sociale.

Come vivere allora questo inizio di quaresima così speciale? Si legge nel Vangelo di oggi per ben tre volte: E il Padre tuo che vede nel segreto.. Possiamoseguire l’indicazione di Gesù: “entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto”.  Ritorniamo a Dio passando per il cuore, nel silenzio della nostra stanza, nel tepore del nostro salotto o attorno al tavolo della nostra cucina, aprendo il Vangelo, meditandolo, pregando per i fratelli e le sorelle nella sofferenza, nella paura, nella debolezza. Quel segreto che è richiesto anche per quanto riguarda il digiuno e l’elemosina!

Ascoltiamo l’invito dell’apostolo Paolo “Lasciatevi riconciliare con Dio”, quel Dio che ama anche la nostra polvere. Papa Francesco nell’omelia di oggi alla domanda  “Che cosa fare dunque?” ha risposto così: “Nel cammino verso la Pasqua possiamo compiere due passaggi: il primo, dalla polvere alla vita, dalla nostra umanità fragile all’umanità di Gesù, che ci guarisce. Possiamo metterci davanti al Crocifisso, stare lì, guardare e ripetere: “Gesù, tu mi ami, trasformami… Gesù, tu mi ami, trasformami…”. E dopo aver accolto il suo amore, dopo aver pianto davanti a questo amore, il secondo passaggio, per non ricadere dalla vita alla polvere. Si va a ricevere il perdono di Dio, nella Confessione, perché lì il fuoco dell’amore di Dio consuma la cenere del nostro peccato. L’abbraccio del Padre nella Confessione ci rinnova dentro, ci pulisce il cuore. Lasciamoci riconciliare per vivere come figli amati, come peccatori perdonati, come malati risanati, come viandanti accompagnati. Lasciamoci amare per amare. Lasciamoci rialzare, per camminare verso la meta, la Pasqua. Avremo la gioia di scoprire che Dio ci risuscita dalle nostre ceneri”.

Mettiamoci ogni giorno davanti al crocifisso nella nostra cameretta e viviamo il sacramento della Riconciliazione perché sia Pasqua, passaggio di Dio dentro la nostra storia e dentro la storia del mondo.