Siamo nel pieno della notte. E’ inverno. Il buio prevale sul giorno. A volte abbiamo l’impressione che anche la nostra vita somigli ad una lunga notte e che l’alba tarda ad arrivare. È dentro questa notte che risuona l’annuncio del profeta: il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce
Il popolo che camminava nelle tenebre ….
Chi è questo popolo che cammina nelle tenebre di cui scrive il profeta Isaia?
E’ l’antico popolo del nord della Galilea, le tribù di zabulon e Naftali. Un popolo conquistato dagli Assiri e deportato in terra straniera. Un popolo che conosce il giogo dell’oppressione e il bastone dell’aguzzino, abituato al rumore delle calzature dei soldati che non preannunciano nulla di buono. Un popolo che ancora vede mantelli intrisi di sangue. Le guerre, ogni tipo di guerra, da quelle familiari a quelle condominiali, da quelle ecclesiali a quelle civili, fanno sempre sprofondare nel buio.
Il popolo che camminava nelle tenebre ….
Chi è questo popolo che cammina nelle tenebre?
E’ ogni popolo di questo nostro mondo, che oggi è costretto ad affrontare ormai la quinta ondata di una pandemia che sembra non finire mai. E’ il popolo dei distanziamenti e delle quarantene, il popolo preoccupato per la sua salute e forse dimentico della salvezza. E’ il popolo che in questi ultimi tempi vede crescere la notte della ragione, con l’espandersi di una mentalità negazionista, fenomeno pericolosissimo, che arriva a rivendicare il diritto di scegliere per la propria vita in totale autonomia, dimenticando le conseguenze sui più fragili, sugli anziani e sui poveri. Il relativismo esagerato, l’irrazionalità diffusa, la forte rigidità oscurano ancora di più la strada della speranza.
Il popolo che camminava nelle tenebre ….
Chi è questo popolo che cammina nelle tenebre?
E’ il popolo crescente dei migranti, che lasciano la propria terra segnata dalla guerra, dalla mancanza dei diritti fondamentali o dalla povertà economica. Il popolo che, sulla propria rotta, incontra i muri e le barriere costruite con i fili spinati o le onde forti del mare. Un popolo respinto da un occidente che, incosciente sulla sua situazione agonica, diventa sempre più indifferente e sordo di fronte al grido di chi per molto tempo ha sfruttare e ad affamato. L’indifferenza dei satolli, la paura della diversità, la negazione dell’ospitalità frenano il cammino verso un mondo nuovo…e se Maria e Giuseppe posero il piccolo Gesù in una mangiatoia, oggi troppi bimbi, a volte soli, sono affidati a fatiscenti barconi.
Ma come pian piano, proprio nel cuore dell’inverno, il sole comincia a vincere la sua battaglia, diradando sempre più l’oscurità, così questa notte c’è un annuncio di speranza che arriva fino a noi:
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce.
E’ la luce che, in una lontana notte ha avvolto i pastori accampati nei dintorni di Betlemme. Una luce che non ha illuminato le stanze del Tempio né i palazzi dei potenti, ma ha rischiarato la notte di gente costretta a dimorare nelle campagne accanto ai loro greggi:
“Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce”.
Grazie a questa luce i pastori si misero in cammino per andare incontro al Signore.
In questa notte santa, questa luce avvolge anche noi, vince le tenebre e ci permette di muovere i nostri passi sulla strada che porta verso Colui che ci è nato.
I nostri ragazzi hanno costruito lungo le pareti della nostra Chiesa una strada, disegna quasi un abbraccio, e porta verso il Signore. E’ un bel segno: quando il buio si fa fitto, bisogna riscoprire e vivere la bellezza dell’appartenenza a qualcosa o a qualcuno, dell’appartenenza alla Chiesa, un popolo che cammina insieme, senza lasciare indietro nessuno, che cammina verso il Signore, portando con sei i più piccoli.
Su questa strada, non a caso, ci sono i nostri ragazzi, anch’essi cercatori di luce. In un mondo disorientato, anche loro si sentono persi nella notte. A noi la responsabilità di accompagnarli verso Gesù, la luce del mondo. A noi il compito di vivere con loro l’incanto del Natale. A noi la missione di raccontare le meraviglie di un Dio che è venuto, verrà e viene in mezzo a noi.
Immersi nel mondo del mercato, siamo arrivati a considerare inutile tutto ciò che non è produttivo e commerciabile…anche Dio, un Dio che viene alla luce come ogni bimbo di questo mondo. Eppure Egli viene per moltiplicare la gioia, aumentare la letizia e avvolgerci di luce.
Questo Dio, che la nostra società ormai considera inutile, perché non fa guadagnare o produrre, in realtà fa la differenza nella vita: è come la delicatezza di una carezza, il calore di un abbraccio, la dolcezza di un bacio… fanno vivere più del pane e delle tante cose con cui possiamo riempire la vita!
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce.
La luce vera, quella che illumina la vita, è il Bimbo che ci è nato, Gesù! Indichiamola ai più piccoli e ai giovani, prendiamo con noi tutti coloro che il mondo scarta e lascia indietro, e incamminiamoci insieme sulla strada della speranza.
Caro Gesù Bambino davvero la luce di questa notte rischiari il volto dei nostri fratelli e delle nostre sorelle in cui possiamo riconoscerti e donaci di non perdere la strada della speranza che vogliamo percorrere insieme ai più piccoli di questa nostra meravigliosa comunità. Donaci la pace. Amen.