“Un sapiente, guardando l’uovo, sa vedere l’aquila;
guardando il seme intravvede un grande albero;
guardando un peccatore sa intravvedere un santo”
(proverbio dell’Estremo Oriente).
La vita di ogni persona è preceduta da un sogno di Dio, originale e irrepetibile. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna c’è come “una scintilla divina” che va sviluppata nel corso della vita per contribuire “a far crescere un’umanità animata dall’amore e dall’accoglienza reciproca!”. E’ quanto afferma papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra domenica prossima, 8 maggio.
Dentro un mondo individualista e conflittuale, che conosce ancora le guerre, la Chiesa sente il bisogno di riscoprire prima di tutto la chiamata alla sinodalità, a “camminare insieme”, “coltivando la dimensione dell’ascolto, della partecipazione e della condivisione”. E’ possibile percorrere la via della riconciliazione e della pace nella misura in cui ognuno diventa protagonista della storia, valorizzando tutti i carismi e i ministeri.
Papa Francesco cita la frase di Michelangelo Buonarroti – “ogni blocco di pietra ha al suo interno una statua ed è compito dello scultore scoprirla” – per paragonare il Signore ad un “Artista divino” che “con le sue “mani” ci fa uscire da noi stessi, perché si stagli in noi quel capolavoro che siamo chiamati a essere”. Quanta fede ha Dio in ogni sua creatura! Lo sguardo di Gesù, contrariamente al nostro che si sofferma innanzitutto sui difetti e le pochezze dell’altro, vede talenti da mettere a frutto e potenzialità da sviluppare. Il nostro compito allora è quello di metterci in ascolto di Dio per capire cosa ci chiede e in ascolto dei fratelli e delle sorelle “perché nei loro consigli e nel loro esempio può nascondersi l’iniziativa di Dio, che ci indica strade sempre nuove da percorrere”.
E’ bella anche l’idea delle tessere del mosaico che solo insieme compongono un’immagine. Richiama quella ‘convivialità delle differenze’, di cui parlava don Tonino Bello, che permette di vivere la comunione e l’unità. Si edifica la famiglia umana nella concordia e nella pace quando si fa crescere l’armonia dei molti e differenti doni dell’unico Spirito.
In questo senso è importante considerare quella che potremmo chiamare “la vocazione alla carità”: tutti, ognuno per la sua parte, siamo chiamati ad essere “custodi gli uni degli altri, a costruire legami di concordia e di condivisione, a curare le ferite del creato perché non venga distrutta la sua bellezza”.
In questo mese di maggio chiediamo l’aiuto a Maria, madre di Cristo e madre nostra: “Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen”.