Il vangelo della natività inizia narrando la grande storia.
La storia di imperatori e di governatori.
La storia di chi conta quanti sono i propri sudditi.
E’ una storia che, come dice il profeta,
conosce il rumore delle calzature dei soldati
e vede abiti intrisi di sangue:
troppe e disumane sono ancora le guerre,
tante le ingiustizie che uccidono la speranza.
Così è la storia,
come un mare in tempesta
che sembra affondare la barca della Chiesa,
e riempie il mondo di tanta e paralizzante paura.
Ma c’è anche una piccola storia.
La piccola storia di una umile coppia di Nazareth.
La piccola storia di pastori che pernottano all’aperto
e vegliano il gregge.
La piccola storia del figlio di Maria, del Figlio di Dio!
Diede alla luce il suo figlio primogenito,
lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
Nascere vuol dire venire alla luce.
Ce lo ricordano i più piccoli
che hanno riempito il firmamento di stelle.
In questa notte così buia,
per ogni popolo che cammina nelle tenebre,
per i pastori di Betlemme
come per tutti noi, ci viene detto che c’è la possibilità di brillare.
Non a caso, dentro ogni astro, c’è un nome
Perché tutti possiamo essere una piccola luce!
Diede alla luce il suo figlio primogenito,
lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
E’ questa piccola storia
fatta, non di grandi imprese, ma di “dettagli”,
che come il lievito nella farina,
come il sale nella minestra,
fermenta e da sapore alla grande storia.
Le fasce in cui è avvolto Gesù parlano già del suo destino:
dona la sua vita per amore!
Viene per fasciare le ferite di ogni guerra,
per medicare ogni forma di violenza e di ingiustizia,
per risanare la nostra disumanità.
E la mangiatoia, dove viene deposto il Figlio di Dio,
preannuncia l’Eucarestia:
Gesù è il pane per tutti,
spezzato per noi per saziare la nostra fame di vita.
Impariamo da Gesù ad amare
a vivere la prossimità e la vicinanza,
a compiere gesti di compassione,
a pronunciare parole piene di tenerezza
solo così, pian piano, cambierà la nostra storia,
cambierà questa, tremenda ma meravigliosa, storia di questo mondo!
Ascoltiamo allora il gioioso annuncio
che, in questa misteriosa notte, ancora risuona:
“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia…
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore,
che è Cristo Signore”
Accogliamo davvero l’invito, che arriva dal cielo,
a non avere paura, a fare spazio alla gioia
perché “è apparsa la grazia di Dio,
che porta salvezza a tutti gli uomini”
e ci insegna a vivere in questo mondo
con sobrietà, con giustizia e con pietà”
Ecco l’Emmanuele, il Dio con noi:
possiamo ancora far nascere prospettive di pace,
possiamo aprire sentieri di giustizia,
possiamo tornare ad essere umani.
Nella Parola ascoltata
nell’Eucarestia che riceveremo
ma soprattutto nel volto dell’altro
accogliamo il Signore Gesù
a cominciare dai più piccoli e dai più poveri
perché nessuno conosca
il freddo della solitudine
e il gelo dell’indifferenza.
Buon Natale