- La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
La Chiesa, in questa notte così santa, attraverso le pagine della Scrittura, ci ha riportato all’origine, al momento della creazione. Abbiamo ascoltato dal libro della Genesi: “La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”. A noi non interessa comeil mondo è stato creato, ma chi lo ha creato. E, in questa grande veglia, vogliamo pensare all’Unico, capace di “fare le cose dal nulla”, come ad uno straordinario Artista che, su una tela bianca, ha dato vita ad un’opera d’arte che nessun altro potrà mai uguagliare. Dice una canzone de Il volo: “E all’improvviso tu. Cadi dal cielo come un capolavoro. Prima di te non c’era niente di buono. Come se Tu fossi l’unica luce a dare un senso. E questa vita con te è un capolavoro”. E’ proprio così, all’inizio della nostra storia, della storia del mondo, c’è un Dio innamorato che si sbizzarrisce a realizzare un’opera d’arte, di divina bellezza, utilizzando svariegati colori. Lo splendore è dato sempre dalla “convivialità delle differenze”! Il creato, questo meraviglioso giardino, che il Signore ha pensato per noi, per quanto possiamo deturparlo, rimane qualcosa di straordinariamente bello. Ma ancora più bello è l’essere umano, voluto e sognato da Dio, a sua immagine e somiglianza. Ci fa davvero bene riscoprire che la nostra vita è frutto dell’opera creatrice di Dio, che ci ha pensati e sognati come unici e irrepetibili, ognuno con la sua incancellabile bellezza.
- E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero.
Questo capolavoro che è il creato e che sono le creature, come succede ad ogni opera d’arte, bisogna saperlo conservare. Il tempo spesso lo deteriora e qualcuno purtroppo lo deturpa. Ecco allora che, nel corso della storia, c’è stato bisogno di qualche intervento e così Dio ha inviato i profeti per fare i necessari ritocchi.
Tra questi interventi, uno è stato particolarissimo, come raccontato nel libro dell’Esodo: “E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero”. E’ la notte della Pasqua dell’antico Israele. Il popoloprescelto, abbruttitodallaschiavitù, grazie all’intervento di Dio, attraversa il mare per ritrovare la bellezza perduta. Ma ad un certo punto il Signore Dio si è accorto che occorreva un restauro straordinario, non riguardante solo una parte del quadro, ma l’intera opera. Così nella pienezza dei tempi, si è fatto uomo in Gesù di Nazareth per restituire alle sue creature l’originaria bellezza. Il Cristo ha assunto su di sè ogni bruttura, cancellando con il legno della croce, tutti i segni della morte, donandoci così la possibilità di rinascere a vita nuova. Sì, nella carne di Cristo è stata redenta la nostra carne! Ciò che sembrava perso e distrutto è tornato a vivere e risplendere! Ancora una volta il Vangelo ci ha narrato delle donne, queste benedette donne, che andate al sepolcro “videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”. Se la notte ancora sembra avvolgerci, impedendoci di scorgere la magnificenza dell’opera di Dio, non dobbiamo avere paura: Cristo non è stato inghiottito dalla morte e noi, grazie a Lui, non svaniremo nel nulla! Nel buio abbiamo acceso il cero pasquale, segno del Cristo risorto, luce del mondo, per non dimenticare che possiamo fare spazio alla speranza: il giorno prevarrà sulla notte come la vita sulla morte. Niente e nessuno può distruggere il capolavoro di Dio che siamo noi, che è ogni creatura, perché in Cristo ogni vita perduta può davvero rinascere, ogni bellezza persa si può ritrovare!
- Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Fra poco la liturgia ci rammenterà che siamo stati ‘restaurati’ attraverso l’acqua del Battesimo. S. Paolo nella lettera ai romani scrive: “Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova”. Questo vuol dire che tutti facciamo l’esperienza del morire, non solo fisicamente, ma in Cristo possiamo rinascere a vita nuova, non solo alla fine, ma in ogni momento. Abbiamo appeso alle pareti della nostra aula liturgica alcuni quadri. Sono opere di fratelli e sorelle senza fissa dimora e di immigrati. Quando manca una casa e l’affetto di persone care, a volte ci sente morire, eppure vedete, nonostante tutto, si può dare spazio alla bellezza. Fatti ad immagine e somiglianza di Dio, tutti possiamo dar vita a piccoli capolavori. Come il pittore prende in mano pennelli e colori, così la Chiesa ci dona gli strumenti per porre nel mondo segni di speranza: la Parola, i sacramenti, la comunità. Questo vuol dire che in questa santa notte, tutti, ma proprio tutti, possiamo uscire col cuore contento, con un pieno di speranza, ricolmi di gioia. Abbiamo la certezza che è possibile andare oltre ogni bruttura perché, in Cristo, ci è dato di ritrovare la bellezza; che è possibile superare ogni momento di disperazione perché, dopo ogni notte, Dio passa per riaccendere la luce di un giorno nuovo; che è possibile vincere ogni tristezza perché grazie allo Spirito, il pane e il vino posto sull’altare diventano presenza del Risorto in mezzo a noi e cibo per la vita eterna. Queste damigiane, che ornano il presbiterio, ci portano col pensiero al banchetto eucaristico, prefigurazione di quello che ci attende nella casa del Padre. Esse sono fatte per contenere il vino, che nella Bibbia è segno della gioia e per noi cristiani, una volta consacrato, è sangue di Cristo versato per dissetare la nostra sete di vita. Dipinte e orante di fiori anch’esse invitano alla gioia e alla festa, semplicemente perché nella redenzione del Figlio, il Padre ci ha dato di tornare all’originale bellezza e con lo Spirito ci permette di rinascere continuamente a vita nuova. Non dimentichiamolo mai: ognuno di noi è bello, è bella agli occhi di Dio! In noi Egli si compiace. Gioiamo e facciamo festa perché abbiamo una grande speranza: Cristo è risorto, è veramente risorto. Non abbiamo più paura. Con Lui tutti, nessuno escluso, possiamo risorgere. Alleluia.