DARSI AL MEGLIO DELLA VITA – IV domenica di Pasqua

Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».

Così dice l’apostolo Pietro alla gente il giorno di Pentecoste. Ma chi è questo Gesù?

Sempre S. Pietro nella sua prima lettera scrive che Cristo è colui che ha patito per noi, che ha portato “i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce”, in altre parole che ci ha amato così tanto da dare la vita per noi. Giovanni nel suo Vangelo afferma che Gesù è come un pastore che si prende cura del suo gregge, come la Porta che permette di entrare nella salvezza, colui che dona la vita in pienezza: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Sorge allora anche in noi la domanda, che troviamo nel libro degli Atti, rivolta agli apostoli da persone di diverse lingue e culture: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»

La prima cosa che possiamo fare è metterci in ascolto della voce del Signore perché “egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori… E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse”. Sono tante le voci che ci raggiungono ma la voce del Signore è la voce di chi ci conosce per nome e di chi conosce la strada della vita.

E’ una voce che ci chiama a conversione, a cambiare mentalità, ad accogliere la misericordia e il perdono, a fare spazio allo Spirito del Risorto. Si tratta di vivere la vita non come ‘prestazione’ – vali per quanto produci – ma come ‘vocazione’ – vali per ciò che sei – così da ‘darsi al meglio della vita’, come dice lo slogan scelto per questa giornata mondiale delle vocazioni. Non si tratta di darsi alla bella vita, ma piuttosto a darsi a una vita bella, quella che il Signore ha sognato per noi.

Perché ciò avvenga è importante tener presente quattro parole, come suggerisce papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata: gratitudine, coraggio, fatica e lode. Ringraziamo il Signore perché ci ha chiamati per nome, ci ha chiamati alla vita, ci ha chiamati ad amare secondo modalità diverse; Vinciamo il ‘fantasma dell’incredulità’ – non è possibile che questa vocazione sia per me -, andiamo oltre la paura di non farcela per dire coraggiosamente il nostro ‘si’; ogni chiamata comporta l’impegno del servizio che sempre è faticoso ma vale la pena ‘sgobbare’ per vivere relazioni amorevoli ed autentiche; non sempre il sogno di Dio e i nostri sogni sono in sintonia ma è importante aderire alla chiamata del Signore con gioia, come la Vergine Maria che di fronte allo ‘scombussolamento’ dei suoi piani intona il Magnificat!