PANE DEL CIELO – Corpus Domini 14 giugno 2020

“Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose”.

Queste parole di Simone Cristicchi possono aiutarci ad entrare, per quello che ci è possibile, nel mistero grande che oggi celebriamo.

Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo …niente è più grandi delle piccole cose”.

Tutto Dio…in un po’ di pane, in un po’ di vino …Anzi meglio in un pane spezzato, in un vino versato …Non verità astratte ma gesti che sanno di dono.

Il libro del Deuteronomio ci ricorda come il popolo di Israele nel deserto è sopravvissuto grazie ad un cibo disceso dal cielo: la manna, parola che vuol dire “che cos’è?”.

…poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto

In questo nostro mondo, personale e comunitario, così desertificato non ‘sopravviveremo’ grazie alle soluzioni degli economisti o agli ultimi ritrovati della scienza, come i fatti ogni giorno dimostrano, ma grazie ad un pane disceso da cielo

Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono

In quel pane spezzato noi vediamo il Corpo donato di Cristo, come nel vino versato vediamo il suo Sangue sgorgato dalla croce: la violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita… qui comincia la nostra trasformazione, la trasformazione del mondo.

Da questo Cristo, pane del cielo, viene davvero la vita! Da questo pane impariamo che ciò che è piccolo fa grande la vita! Da questo pane impariamo che si vive quando si sa donare, spezzare la vita per l’altro, dare il ‘sangue’ per i fratelli e per i nemici! Da questo pane impariamo che si vive solo quando da molti di diventa uno:

Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.

Diversi ma un’unica famiglia, diversi ma un’unica comunità, diversi ma un’unica umanità: tutti mangiamo lo stesso pane!

Chi mangia questo pane vivrà in eterno!

Sì, per essere veramente umani abbiamo bisogno di nutrirci di divinità. Ecco quanto scriveva J. Maritain: «Proporre all’uomo soltanto l’umano è tradire l’uomo e volere la sua infelicità, perché dalla parte principale di se stesso, che è lo spirito, l’uomo è chiamato a qualcosa di meglio di una vita puramente umana».[1] 

Non siamo chiamati semplicemente a sopravvivere ma a vivere pienamente. E’ questo avviene nell’Eucaristia l’esperienza più forte che possiamo fare dell’amore :

«Chi mangia la mia carne, beve il mio sangue rimane in me e io in lui…. colui che mangia me vivrà per me».

La nostra razionalità reagisce malamente…ma la sequenza che abbiamo ascoltato recita: «E’ un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi».

Nella fede ciò che non si capisce lo si può sperimentare. È questo il mistero dell’Eucarestia che non va capito ma sperimentato, esattamente come l’amore che lo si capisce quando capita d’amare e non semplicemente quando qualcuno ce lo spiega.