Una parabola esemplare. C’è un’anziana signora vedova di nome Noemi (graziosa, dolcezza). Come ai nostri giorni, insieme al marito, per potersi sfamare emigra a causa di una carestia. La tragedia si abbatte su questa donna: oltre ad essere vedova perde anche i figli senza lasciare nipotini. Ed allora decide di tornare nella sua patria, Betlemme (paese che rivelerà importante in seguito). Accanto a Noemi ci sono le nuore, ambedue straniere, Orpa (colei che volta le spalle) e Rut (l’amica? La compagna?). Rut, una moabita quindi straniera, sceglie di essere fedele alla suocera infelice e sola. Fa una bellissima professione di fede: “Il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio”.
Rut 1,6-18
6Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. 7Partì dunque con le due nuore da quel luogo ove risiedeva e si misero in cammino per tornare nel paese di Giuda. 8Noemi disse alle due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete fatto con quelli che sono morti e con me! 9Il Signore conceda a ciascuna di voi di trovare tranquillità in casa di un marito». E le baciò. Ma quelle scoppiarono a piangere 10e le dissero: «No, torneremo con te al tuo popolo». 11Noemi insistette: «Tornate indietro, figlie mie! Perché dovreste venire con me? Ho forse ancora in grembo figli che potrebbero diventare vostri mariti? 12Tornate indietro, figlie mie, andate! Io sono troppo vecchia per risposarmi. Se anche pensassi di avere una speranza, prendessi marito questa notte e generassi pure dei figli, 13vorreste voi aspettare che crescano e rinuncereste per questo a maritarvi? No, figlie mie; io sono molto più amareggiata di voi, poiché la mano del Signore è rivolta contro di me». 14Di nuovo esse scoppiarono a piangere. Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei.
15Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». 16Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. 17Dove morirai tu, morirò anch’io e lì sarò sepolta. Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa, che non sia la morte, mi separerà da te».
18Vedendo che era davvero decisa ad andare con lei, Noemi non insistette più. 19Esse continuarono il viaggio, finché giunsero a Betlemme.
Le due donne rientrate a Betlemme possano sopravvivere grazie alla normativa sulla spigolatura. Collegato alla spigolatura entra in scena il personaggio maschile: Booz (l’uomo della forza). Nella storia appare come un mandato da Dio a salvare le due donne. Egli è un proprietario terriero e un parente prossimo delle due donne. Interessante è il dialogo tra Rut e Booz. ” 4Proprio in quel mentre Booz arrivava da Betlemme. Egli disse ai mietitori: «Il Signore sia con voi!». Ed essi gli risposero: «Ti benedica il Signore!». 5Booz disse al sovrintendente dei mietitori: «Di chi è questa giovane?». 6Il sovrintendente dei mietitori rispose: «È una giovane moabita, quella tornata con Noemi dai campi di Moab. 7Ha detto di voler spigolare e raccogliere tra i covoni dietro ai mietitori. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora. Solo adesso si è un poco seduta in casa». 8Allora Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. 9Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto». 10Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». 11Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi. 12Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti». 13Ella soggiunse: «Possa rimanere nelle tue grazie, mio signore! Poiché tu mi hai consolato e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave». 14Poi, al momento del pasto, Booz le disse: «Avvicìnati, mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto». Ella si mise a sedere accanto ai mietitori. Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò” A questo punto subentra la legge del Levirato e il piano di Noemi: il parente prossimo doveva assicurare una discendenza. Leggiamo la scena che apre i due protagonisti, Booz e Rut, al mistero dell’amore, dopo la gioia della grande festa della mietitura. Rut chiede a Booz di stendere il suo mantello su di le (specie di rito di fidanzamento). A questo punto c’è un elemento di sorpresa: c’è un parente più prossimo. Problema che Booz ‘furbescamente’ risolve. Si arriva così al vertice del racconto: Rut e Booz celebrano il loro amore e dal loro amore nasce un bambino, Obed (servo di Dio). L’ultima parola di Rut è Davide da cui verrà il Cristo. E’ un bellissimo racconto per scoprire che Davide arriva a noi attraverso un filo d’amore serpeggiato anche in terre straniere, nel sangue del grande re scorre una stilla di sangue moabita. In fondo il racconta mostra come ciò che muove tutto è una scintilla d’amore! Un legame tra due donne sebbene diverse e un amore di un uomo che pur più anziano che vede in Rut più che la bellezza la ricchezza interiore. |
1Un giorno Noemi, sua suocera, le disse: «Figlia mia, non devo forse cercarti una sistemazione, perché tu sia felice? 2Ora, tu sei stata con le serve di Booz: egli è nostro parente e proprio questa sera deve ventilare l’orzo sull’aia. 3Làvati, profùmati, mettiti il mantello e scendi all’aia. Ma non ti far riconoscere da lui prima che egli abbia finito di mangiare e di bere. 4Quando si sarà coricato – e tu dovrai sapere dove si è coricato – va’, scoprigli i piedi e sdraiati lì. Ti dirà lui ciò che dovrai fare». 5Rut le rispose: «Farò quanto mi dici».
6Scese all’aia e fece quanto la suocera le aveva ordinato. 7Booz mangiò, bevve e con il cuore allegro andò a dormire accanto al mucchio d’orzo. Allora essa venne pian piano, gli scoprì i piedi e si sdraiò.
8Verso mezzanotte quell’uomo ebbe un brivido di freddo, si girò e vide una donna sdraiata ai suoi piedi. 9Domandò: «Chi sei?». Rispose: «Sono Rut, tua serva. Stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto». 10Egli disse: «Sii benedetta dal Signore, figlia mia! Questo tuo secondo atto di bontà è ancora migliore del primo, perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi che fossero. 11Ora, figlia mia, non temere! Farò per te tutto quanto chiedi, perché tutti i miei concittadini sanno che sei una donna di valore. 12È vero: io ho il diritto di riscatto, ma c’è un altro che è parente più stretto di me. 13Passa qui la notte e domani mattina, se lui vorrà assolvere il diritto di riscatto, va bene, lo faccia; ma se non vorrà riscattarti, io ti riscatterò, per la vita del Signore! Rimani coricata fino a domattina». 14Ella rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina e si alzò prima che una persona riesca a riconoscere un’altra. Booz infatti pensava: «Nessuno deve sapere che questa donna è venuta nell’aia!». 15Le disse: «Apri il mantello che hai addosso e tienilo forte». Lei lo tenne ed egli vi versò dentro sei misure d’orzo. Glielo pose sulle spalle e Rut rientrò in città…..
13Così Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio.
14E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! 15Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli». 16Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. 17Le vicine gli cercavano un nome e dicevano: «È nato un figlio a Noemi!». E lo chiamarono Obed. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.
18Questa è la discendenza di Peres: Peres generò Chesron, 19Chesron generò Ram, Ram generò Amminadàb, 20Amminadàb generò Nacson, Nacson generò Salmon, 21Salmon generò Booz, Booz generò Obed, 22Obed generò Iesse e Iesse generò Davide
PER LA RIFLESSIONE
Rut, una donna che diventa “altra”: da principessa a sposa di un migrante, da moglie a vedova, da pagana ad ebrea. Da dove viene questa ‘alterità, questa maturità di una donna che pian piano si spoglia della sua identità iniziale, questa identità aperta, questa sua originalità?
Entrata a Betlemme Rut, già principessa, lavora anche per mantenere la suocera. Non teme il sole né si vergogna dell’umile condizione di spigolatrice.
Nell’incontro con Booz prima vediamo la passività di Rut segue un episodio di iniziativa femminile. Noemi propone il suo piano ma tutto si svolge in un clima d’innocenza autentica, di singolare libertà di fronte alle convenienze sociali e ai pregiudizi dei maligni,
Così la vedova vive le nozze, la straniera diventa concittadina e la pagana viene benedetta da Dio. L’alterità non è vissuta come un timore, un pericolo, un ostacolo da scartare bensì come la sostanza dell’amore.
E’ attuale la lettura di Rut in un tempo di rigetto del forestiero, del disprezzo del bianco verso il nero …
PER LE RAGAZZE: leggi i tre brani e chiediti 1. “Se fossi stata Rut, cosa avrei fatto e perché?”; 2. “C’è qualcosa che posso imparare da Rut: cosa in particolare?”
PER I RAGAZZI: leggi i tre brani e chiediti 1. “ Se fossi stato Booz, cosa avrei fatto e perché?”. 2. “C’è qualcosa che posso imparare da Booz: cosa in particolare?”