RACCOLSERO LE SUE VESTI – Venerdì santo 02.04.2021

Gesù è crocifisso. Nudo. Inchiodato sulla croce. I soldati, racconta l’evangelista Giovanni, “raccolsero le sue vesti e fecero quattro parti. A ciascun soldato una parte e la tunica”.

Le vesti sono il simbolo del corpo. La prima azione di Cristo sulla croce è dare il suo corpo, dare la sua vita, a cominciare da chi l’aveva ucciso. In quel tempo, a coloro che facevano l’esecuzione capitale, spettavano di diritto le vesti del condannato. Le vesti del Figlio di Dio, toccano in eredità ai suoi uccisori: Cristo si consegna alla morte, per rivestire noi di vita!

All’inizio Adamo, dopo il peccato, si scoprì nudo, ora Cristo sulla Croce porta la nostra nudità, la nostra miseria, la nostra maledizione, il nostro peccato, per rivestirci della dignità perduta.

Racconta la Genesi che ad Adamo ed Eva, che si erano fatti delle vesti con foglie di fico, Dio diede due tuniche di pelle, in attesa di dar loro le vesti del Figlio. Ecco ora ci è donata la nostra vera veste, ci è ridata la nostra dignità: quella dei figli di Dio.

Il vangelo annota ancora che le vesti di Cristo sono divise in quattro, un numero che indica le quattro direzioni, l’alto e il basso, l’Oriente e l’Occidente, cioè la totalità. Un modo per dire che la vita di Cristo è data per il mondo intero perché in questo mondo non c’è un uomo, non c’è una donna senza peccato, non c’è persona che non conosce la morte. Ed è dalla croce che viene il giudizio di Dio, non consistente nella ‘vendetta’, ma nell’amore fino all’estremo. Quell’amore che, unico, è capace di far morire la morte.

Il vangelo insieme alle vesti parla anche della tunica, riferendo un interessante dettaglio: “Ora la tunica era senza suture, tessuta dall’alto per intero”. Sul fatto che non viene squarciata ma tirata a sorte, c’è un’abbondante letteratura, fin dall’antichità. Il corpo di Cristo non può essere diviso, la Chiesa non può essere divisa! Se ci dividiamo, laceriamo il corpo di Cristo, lo uccidiamo ancora. Se nel Figlio siamo resi tutti figli, non si può rompere la fraternità.

A questa fraternità porta a pensare la contemplazione del crocifisso. Per tutti, nessuno escluso, Gesù ha dato la vita. Ha detto papa Francesco nell’udienza generale di mercoledì scorso: “Davanti all’immagine del Dio crocifisso porteremo, nella preghiera, i tanti, troppi crocifissi di oggi, che solo da Lui possono ricevere il conforto e il senso del loro patire… Facciamo un elenco di tutte le guerre che si stanno combattendo in questo momento; di tutti i bambini che muoiono di fame; dei bambini che non hanno educazione; di popoli interi distrutti dalle guerre, dal terrorismo. Di tanta, tanta gente che per sentirsi un po’ meglio ha bisogno della droga, dell’industria della droga che uccide… “

Il nostro pensiero in particolare oggi va ai fratelli cristiani che vivono in Terra Santa, provati anche da questa pandemia, vivono anche in difficoltà economica. Per loro offriamo oggi la nostra colletta.