FEDE VERA E’ IL VENERDI SANTO – Venerdì Santo 15.04.2022

Questo venerdì santo ci porta ancora una volta tra gli ulivi. Nel racconto della passione secondo Giovanni all’inizio si dice che Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, mentre alla fine il corpo di Cristo viene deposto in un giardino di Giuseppe d’Arimatea.  Nell’orto degli Ulivi Gesù fa risuonare quell’ “Io sono” che è il nome di Dio, dichiara la sua divinità ma poi si mostra su uno sconcertante trono regale, quello della croce.

Questa è l’Ora della fede! Questa è l’Ora dell’amore! E’ l’ora delle fede perché non è facile riconoscere Dio in un uomo sfigurato sulla croce! Scriveva Davide Maria Turoldo:

No, credere a Pasqua non è giusta fede:

troppo bello sei a Pasqua

Fede vera è al venerdì santo

Quando tu non c’eri lassù

Quando non un eco risponde

Al suo alto grido d’aiuto

E a stento il Nulla

Dà forma alla tua assenza”.

E’ l’Ora dell’amore perché nel Cristo sulla croce contempliamo l’amore folle di un Dio che passa attraverso il terreno proprio dell’uomo, quello del limite, della morte, della finitudine, divenendo fratello di tutti gli uomini e di tutte le donne. Nessun crocifisso sulla terra può dire non hai provato il mio dolore!  Un amore che arriva fino al nemico!

La passione di Cristo riassume idealmente in sè tutto il sangue, la violenza, l’odio, il dolore disseminato nella storia. Dentro questa storia Gesù semina speranza insegnandoci ad amare fino al nemico. Nel Getsemani incontriamo un distaccamento di soldati e guardie fornite dai sommi sacerdoti, vediamo le spade e i bastoni, spunta anche un pugnale di un discepolo che taglia l’orecchio ad un certo Malco. E proprio questo momento Cristo da una stupenda lezione sulla tentazione della violenza: “rimetti la spada nel fodero perché tutti quelli che impugnano la spada di spada moriranno”.

Signore Gesù mentre alziamo lo sguardo verso il tuo corpo torchiato come un ulivo, siamo qui per chiederti di versare sulle nostre ferite l’olio della consolazione.  In modo particolare guarisci le ferite inferte dalle tremende guerre degli uomini e converti il cuore dei potenti perché facciano tacere per sempre il rumore delle bombe e dei missili.

Ci aiutino le parole di don Tonino Bello nel grande mistero di dolore e di amore che stiamo vivendo: “La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “Collocazione provvisoria”. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce”. E poi cita una delle frasi più oscure del vangelo: Da mezzogiorno alle tre si fece buio su tutta la terra”. Così la commenta: “Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota! Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio”. Le sue parole arrivano a ciascuno di noi: “Coraggio allora, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovrumana”.

Con Maria, donna del sabato santo, rimarremo in silenzio, attenderemo di dare un volto alla speranza!