LASCIATO CADERE IL LENZUOLO, FUGGI NUDO – Domenica delle Palme

DOMENICA DELLE PALME 24.03.2024

Con la domenica delle Palme iniziamo la Settimana Santa. Ricordiamo e viviamo il carattere festoso dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme accolto dal popolo, in particolare dai fanciulli e dai giovani, con canti e sventolio di rami di ulivi e di palme. Ma abbiamo ascoltato anche la proclamazione della passione, col suo carico di sofferenza, di dolore e di morte. In questi racconti c’è tutta la nostra storia: un misto di gioia e di dolore, di festa e di tristezza. Mi viene in mente la visita che stiamo facendo alle famiglie per la benedizione pasquale: entrando nelle case si trovano lacrime e sorrisi, si ascoltano racconti di tanta sofferenza ma anche di grande speranza. Questa è la vita!

Certamente di fronte alla croce succede un po’ a tutti di avvertire la voglia di fuggire. Anche per Gesù non è stato facile farsi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, come non è stato facile per i discepoli accettare la passione e la morte del maestro.  Ma vorrei fermare la mia e la vostra attenzione su un particolare del vangelo che troviamo solo in Marco: “Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono”. Se c’è una cosa davvero triste è vedersi abbandonati, magari dall’amico, dal coniuge, dal genitore, dall’insegnante! Ma il vangelo continua “Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo”

Alcuni hanno visto, in questo particolare curioso, ma non marginale, un tratto autobiografico dell’evangelista. In realtà contiene un messaggio molto importante, evidenziato da due termini greci, scelti con molta cura dall’evangelista, la parola “giovane”, che indica un diciottenne pieno di vita e la parola “sindone-lenzuolo”. Questi due termini, non a caso, verranno ripresi alla fine del vangelo quando le donne andranno al sepolcro. Non troveranno il corpo morto di Gesù, ma un giovane avvolto in una veste bianca cioè avvolto in una sindone. E nella tomba non ci sarà il corpo del Signore, ma solo il lenzuolo in cui era stato avvolto durante la sepoltura.  

Possiamo allora scorgere nel racconto del giovinetto del Getsemani come una piccola parabola. Le guardie, cioè il potere di questo mondo, ritengono di aver catturato Gesù, ma si illudono: nelle loro mani rimane solo un lenzuolo.

I potenti del mondo religioso, politico, economico pensano di poter eliminare il Cristo, di far fuori Dio, di ucciderlo, ma si ritrovano solo con un lenzuolo perché la vita di Dio, dell’Eterno, sfugge dalle nostre mani, è indistruttibile.

Questa parabola del giovinetto, non racconta solo di Cristo, ma parla di ciascuno di noi: dalla morte, qualsiasi morte, da quella fisica a quelle esistenziali, vorremo fuggire, abbiamo paura, ma la Parola di Dio ci assicura che nelle mani della morte rimarrà solo la sindone, cioè le nostre spoglie: la vita donataci dall’Eterno è per sempre.

Come vorrei che il mistero pasquale toccasse la vita di ciascuno di noi, in particolare dei nostri ragazzi, dei nostri giovani, per rivestire la nostra storia di speranza che si fonda sulla Pasqua del Signore. Scriveva Papa Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi: «La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova» (n. 2). Sì, chi ha speranza vive diversamente!

Il vangelo della passione di Marco si conclude dicendo che Giuseppe d’Arimatea “comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. 47 Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto”.

Come Maria di Magdala, Maria madre di Joses, e sicuramente Maria la madre di Gesù, fermiamoci davanti ai macigni che sigillano tanti e troppi sepolcri, scavati dai soliti seminatori di morte, per vedere anche noi che dentro rimane solo un lenzuolo, perché il Dio della vita, più forte della morte, fa risorgere i suoi figli!

La celebrazione della Pasqua allora diventi per tutti motivo per riaccendere la speranza!