UN CUORE DISARMATO PERCHE’ SCOPPI LA PACE – 1 gennaio 2025

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.

Nessun padre può sopportare che regni l’ingiustizia tra i suoi figli. Già nel libro del Levitico si parlava del suono di un corno di ariete ogni 49 anni per annunciare un anno di clemenza e liberazione in modo da ristabilire la giustizia in mezzo al suo popolo, ad esempio “nell’uso della terra, nel possesso dei beni, nella relazione con il prossimo, soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia. Il suono del corno ricordava a tutto il popolo, a chi era ricco e a chi si era impoverito, che nessuna persona viene al mondo per essere oppressa: siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, nati per essere liberi secondo la volontà del Signore” (Messaggio giornata della pace 2025)

Anche l’anno che iniziamo è un anno giubilare per la Chiesa. Un anno in cui ci è chiesto non di ascoltare qualche suono ma il“grido disperato di aiuto” di tanti fratelli e sorelle dovuto “alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare” (Messaggio giornata della pace 2025). La questione è che ci rendiamo conto di non essere capaci da soli di “rompere le catene dell’ingiustizia per proclamare la giustizia di Dio”. Ecco perché Gesù è venuto per riscattarci, per restituirci la libertà persa a causa del male che alberga nel nostro cuore. Scrive sempre l’apostolo: “Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”

Davvero siamo tutti figli dello stesso Padre e di conseguenza chiamati alla fraternità. Ora scrive papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata della pace:” Quando una persona ignora il proprio legame con il Padre, incomincia a covare il pensiero che le relazioni con gli altri possano essere governate da una logica di sfruttamento, dove il più forte pretende di avere il diritto di prevaricare sul più debole”.

E’ lo Spirito del Figlio che ci ricorda continuamente chi siamo: “E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre!”. Le cose cambieranno in questo nuovo anno non  grazie all’influsso delle stelle o alle strategie politiche ma nella misura in cui torneremo a Dio,  ci riconosceremo “finalmente tutti figli del Padre e, davanti a Lui, ci confesseremo tutti debitori, ma anche tutti necessari l’uno all’altro, secondo una logica di responsabilità condivisa e diversificata”. Solo così si farà spazio la speranza che non delude! La speranza infatti nasce dall’esperienza della misericordia di Dio, che è sempre illimitata. Scrive Isacco di Ninive, un Padre della Chiesa orientale del VII secolo: «Il tuo amore è più grande dei miei debiti. Poca cosa sono le onde del mare rispetto al numero dei miei peccati, ma se pesiamo i miei peccati, in confronto al tuo amore, svaniscono come un nulla».

Diventeremo in questo nuovo anno pellegrini di speranza e vedremo la fine di ogni tipo di conflitto, da quelli che viviamo dentro di noi, attorno a noi e fino ai confini del mondo se, fatta esperienza del perdono del Signore, rimetteremo i debiti ai nostri debitori. come recitiamo nel Padre nostro. La pace non si ottiene con la forza e la violenza né basta l’arte della diplomazia, ma con il perdono, ricevuto e donato.

Gesù è venuto per riscattarci, per questo ci ha fatto conoscere la misericordia del Padre: disarmato il nostro cuore, possiamo spogliarci “dell’arma del credito” e ridonare la via della speranza alle sorelle e ai fratelli, contribuire al ristabilimento della giustizia di Dio su questa terra e incamminarci verso la meta della pace. L’anno che ci attende ci veda davvero disarmare i nostri cuori, tutti, nessuno escluso! “A volte, basta qualcosa di semplice come «un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito. Allora scoppierà la pace: Ci accompagni in questo nostro pellegrinare verso Gesù, insieme con gli altri, la Gran Madre di Dio e madre nostra, la vergine Maria.

Concedici, la tua pace, Signore!

Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,
quella pace che solo Tu puoi donare
a chi si lascia disarmare il cuore,
a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,
a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,
a chi non resta sordo al grido dei più poveri.

(Papa Francesco, messaggio per la pace, 8 dicembre 2024)