RICORDATI…domenica delle Palme 13 aprile 2025

DOMENICA DELLE PALME
13 aprile 2025

RICORDATI…

Gesù ha tutti contro. Ha contro il popolo che chiede di liberare Barabba; ha contro i capi: “lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”; ha contro i soldati: “lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso»”; ha contro anche uno dei malfattori crocifissi con lui: “lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. Si rinnovano così le tentazioni del diavolo nel deserto che aveva detto a Gesù: “Se tu sei il Figlio di Dio, usa le tue capacità a tuo vantaggio”. Ma Gesù non è venuto a salvare se stesso, ma a salvare gli altri. E’ la tentazione che tocca anche la nostra vita: pensare solo a se stessi, realizzarsi, emergere…che tristezza sentire papà, mamme stufi di servire i figli, il coniuge, alla ricerca di spazi per se, ma c’è vita solo quando viene donata, quando si perde per gli altri!

Ma c’è una persona che potrebbe essere considerata la più lontana da Dio, un bandito, un delinquente, un crocifisso con Gesù, a cui si rivolge dicendo: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Chiede soltanto di essere ricordato, ma il Signore va sempre al di là delle nostre aspettative, dei nostri desideri e delle nostre speranze e concede molto di più: “In verità io ti dico: ‘oggi con me sarai in paradiso’”, cioè garantisce che nello stesso giorno sarà nella pienezza della vita. Tutto questo ci riempie il cuore di speranza: non esistono casi impossibili, casi disperati, casi insolvibili, la salvezza è per tutti quelli che riconoscono Gesù come il loro liberatore e come il loro re. Facciamo nostre le parole di colui che viene chiamato il “buon ladrone”, perché tutti, nessuno escluso, siamo peccatori.

E vogliamo anche guardare il crocifisso con gli stessi occhi del centurione, un pagano, ai piedi della croce. Scrive l’evangelista Luca: “Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Con lui riconosciamo che la croce non è un fallimento ma il trionfo dell’amore che fa passare dalla morte alla vita. E’ l’amore si esprime, come ci ricordono le ultime parole del crocifisso, nel perdono: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. E’ il perdono, l’amore che arriva fino ai nemici, che fa rinascere, fa risorgere! Cone sarebbe bello in questa festa di Pasqua, non vivere semplicemente dei riti, ma portare il perdono a chi ci ha tradito, a chi ci ha tolto il saluto, a chi ci ha ferito.

Allora sotto la croce nasce la speranza che non delude. Scrive infatti papa Francesco nella bolla di indizione dell0Anno santo: “La speranza, infatti, nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce”
E’ proprio così: di fronte alle vicende umane che sembrano le più disperate c’è più che una speranza, c’è la certezza dell’amore di quel Dio che apre le porte a tutti. In Dio non esiste la categoria del merito ma solo quella del dono! La buona notizia è questa: Gesù presenta un Padre che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi, il cui amore si da non per i meriti degli uomini, ma per i loro bisogni, non per le loro virtù, ma per le loro necessità. Ringraziamo il Signore perché è veramente misericordioso.